Ed eccomi finalmente a Shanghai, dove ho raggiunto mio marito che si trova lì per lavoro. La città mi incuriosiva da tempo, ma confesso che un po’ mi spaventava, perché mi aspettavo una megalopoli super inquinata e abbastanza ostile. Invece (e qui vado subito con lo spoiler) mi ha piacevolmente sorpreso. Ho trovato infatti una città molto vivibile, con tanto verde, dove tutto funziona e le persone sono estremamente gentili.
Ho sottovalutato però lo scoglio della lingua, che è effettivamente enorme. Quasi nessuno parla inglese, e anche viaggiare in taxi risulta difficile, poiché i tassisti comprendono soltanto gli indirizzi indicati in caratteri cinesi. Perciò, è senz’altro molto utile scaricare una app apposita. Inoltre, prima di partire per la Cina è importante scaricare una VPN per aggirare il blocco di Internet cinese. Ci sono tanti siti che forniscono tutte queste informazioni pratiche; uno molto chiaro lo trovate a questo link.
La rete dei trasporti
Sono arrivata dall’aeroporto di Pudong al mio hotel con la comodissima metropolitana, linea 2, e poi ho percorso l’ultimo tratto in taxi. La metro di Shanghai è fantastica: ho frequentato tante metropolitane nei miei viaggi, ma questa è senza dubbio la migliore che mi sia capitato di incontrare, a cominciare dalla efficientissima biglietteria automatica con mappa incorporata.
I treni sono larghi e lunghissimi, le stazioni grandi e molto organizzate, non si creano intoppi, le fermate sono ben segnate e annunciate anche in inglese. C’è vigilanza, ma discreta e, particolare importante, in ogni stazione ci sono i bagni, pulitissimi. La rete dà veramente l’idea di quanto grande e popolosa sia questa città. Con il mio pass da 3 giorni l’ho percorsa felicemente in lungo e in largo.
Già in taxi dall’aeroporto ho notato che i grandi viali a scorrimento veloce sono sempre costeggiati da controviali per ciclisti o pedoni, spesso con aiuole e corsie dedicate moto elettriche. I motorini elettrici sono fantastici, non si sentono. Pensando all’incredibile frastuono e puzza che producono, ad esempio, a Delhi o a Bangkok, capisco quanto possano migliorare la qualità della vita di una città. Inoltre, Shanghai è ricca di angoli verdi, e in tutta la città si trovano parchi e giardini.
I quartieri popolari
Il nostro hotel era in una zona molto popolare, un po’ in periferia, a sud est della città, lungo una strada commerciale dove si susseguono una dopo l’altro mille attività: ristoranti, parrucchieri, ferramenta. E’ stata un’ottima scelta perché ci ha permesso di scoprire la Shanghai più vera.
Intorno al quartiere si innalzano grandi palazzi di edilizia popolare, alti casermoni tutti uguali. In una piazzetta tra le case verso sera c’è della musica e la gente balla in coppia: tante donne tra loro, ma anche diversi uomini con la propria compagna, mentre i passanti guardano seduti sul muretto. E’ stato bellissimo starli a osservare: i cinesi appaiono persone serene e allegre, a cui piace divertirsi anche con poco.
La città vecchia
Il giro per la città è iniziato con la visita alla vecchia città cinese, con il famoso Giardino del Mandarino Yu, il bazar che lo circonda e le case tradizionali.
Il Giardino di Yu non è un vero e proprio parco, ma più un giardino museo. Bellissimo, anche se forse troppo popolato di visitatori. E’ il classico giardino orientale come ce lo immaginiamo, con ponticelli, laghetti e salici. La casa da tè situata in mezzo al lago è da provare, una vera esperienza. Ero sola, e mi sono accomodata a un minuscolo tavolino davanti alla finestra. Una cameriera gentilisima mi ha portato un ottimo tè servito, come usano in Cina, in una piccola ciotola accompagnato da mini uova sode e da un involtino di riso, ottimi.
La zona in cui si trova il giardino è una specie di mercato con varie boutique artigianali, un centro commerciale all’aperto inserito però in costruzioni caratteristiche, d’epoca, piacevole da girare e ricco di ottime botteghe di street food tradizionale cinese.
A questa zona di Shanghai dà il nome il Tempio del dio della città: qui gli dei hanno un aspetto severo, direi quasi arcigno, molto diverso, per esempio, dagli dei tailandesi. Ma nel Tempio ho potuto assistere a scene di sincera devozione: sono soprattutto giovani donne che, reggendo due bastoncini di incenso all’altezza della fronte, si prostrano tre volte davanti agli dei, imitate dai loro bambini.
La visita alla città vecchia è stata molto interessante: mi sono addentrata in un dedalo di viuzze attraversate da fili con panni stesi, sulle quali si aprono cortili pieni di biciclette e circondati da basse case grigie. Dopo essermi quasi persa sono andata a rilassarmi nel Tempio di Confucio, severa oasi di pace, anche se non particolarmente interessante.
La città moderna
Il secondo giorno siamo stati al Bund, la zona più famosa di Shanghai: merita davvero, questo largo lungofiume con vista mozzafiato sui modernissimi grattacieli di Pudong. È bello passeggiare guardando le chiatte sul fiume e soprattutto la gente. Era domenica, abbiamo visto tante coppie nel giorno del loro matrimonio, e bellissime spose vestite di bianco o di rosso, che si facevano fotografare davanti allo skyline.
Una grande arteria commerciale, Nanjing Road, piena di gente e negozi collega il Bund con la Piazza del Popolo. Questa piazza è molto vasta, ma non ha particolari attrattive. La cosa più piacevole della giornata – era domenica – è stata la passeggiata al parco di Piazza del Popolo, molto rilassante come in tutti i parchi della città. Una curiosità, la miriade di ombrelli aperti con appuntato un biglietto con alcune frasi in cinese e un numero. Nel parco si svolge infatti una specie di ‘mercato dei matrimoni‘, dove i genitori che hanno figli da sposare ne preparano una breve descrizione, completa di numero di telefono, e posizionano gli ombrelli in bella vista, nella speranza di suscitare l’interesse di altri genitori…
Non ho avuto modo di commentare questa tradizione con qualche abitante della città, ma ho letto che non funziona molto: per fortuna, anche i ragazzi di Shanghai ormai hanno molte altre strade per incontrarsi, piacersi e forse, infine, sposarsi!
Altri quartieri
Tre giorni sono davvero pochi per visitare una città che ha oltre 25 milioni di abitanti. Ma, grazie ai consigli della nostra guida (davvero molto ben fatta), abbiamo attraversato in diversi quartieri interessanti. La passeggiata nell’area attorno all’università, un reticolo di strade alberate, dall’atmosfera molto inglese, ci è piaciuta particolarmente.
Nella zona Ovest c’è la zona della ex concessione francese. Xintiandi è un quartiere gradevole, pedonale, con strade alberate e molti bei negozi e ristoranti. È formato da belle case tradizionali in pietra, una delle ultime aree della città in stile architettonico cinese (shikumen).
Nel quartiere di Jinh’an, che prende il nome del Tempio Jinh’an, uno dei principali della città, gli stridenti contrasti di Shanghai sono particolarmente evidenti. Il tempio buddhista, costruito originariamente nel II secolo a.C. e ricostruito in epoca medievale, durante la Rivoluzione Culturale fu trasformato in una fabbrica di plastica, per poi tornare ad essere luogo di culto negli anni Ottanta del secolo scorso. Oggi è situato al centro di un’area commerciale lussuosa e circondato da modernissimi grattacieli.
E per finire questa visita rapidissima a una delle metropoli più vaste del pianeta, una cosa buona e una cosa bella.
Buonissimi i ravioli al vapore, da mangiare con la salsa di soia, di cui Shanghai va giustamente famosa. Molti di essi sono a base di polpa di granchio, vera specialità della città.
Poi, bellissimi i bambini (sono pronta per diventare nonna?), che ti guardano curiosi in metropolitana con le loro guance paffute.
I miei consigli di letture
A chi pensa di visitare Shanghai consiglio vivamente uno dei romanzi gialli di Qiu Xialong. Ne sono stati tradotti in italiano una decina, pubblicati da Marsilio. Il primo è La misteriosa morte della compagna Guan, leggendo il quale sono rimasta affascinata dal romantico ispettore poeta Chen Cao. Nel libro si respira un’atmosfera particolare, in cui si percepisce chiaramente l’oppressione del regime: sono gli anni della strage di piazza Tienanmen.
Ecco una citazione dal libro, in cui accenna alla città:
Shanghai era veramente una città piena di magnifiche sorprese, nel prosperoso centro così come nelle piccole stradine. Era una città nella quale la gente da qualsiasi sfera sociale provenisse poteva trovare qualcosa di piacevole, persino in questi posti dall’aspetto così sciatto ed economico.
Ma ognuno di questi romanzi offre un punto di vista particolare sulla città e sugli anni recenti della storia e della società cinese, in sempre più veloce evoluzione. Shanghai redemption, tradotto in Italia come Il poliziotto di Shanghai, è l’ultimo libro pubblicato, ma nel sito dello scrittore potete trovare tutti i titoli.
Alcune foto sono mie, Elena Del Comune, altre di Silvia Levenson e di Terri Grant.