Human Road è un blog di viaggio. Uno dei moltissimi blog di viaggio. Il loro numero è in costante crescita perché, nonostante i tanti disastri che l’umanità ha saputo creare in questo pianeta, è sempre più intenso il desiderio di spostarsi nello spazio, conoscere altre parti del mondo, confrontarsi con le culture di altri popoli.
Allora, ci si chiede, perché un altro travel blog? Perché aggiungere racconto a racconto, itinerario a itinerario, emozione a emozione, quando tutto è già stato proposto, descritto, analizzato, quando è possibile con un clic accedere alle esperienze di navigati viaggiatori in ogni area della Terra?
La risposta viene spontanea pensando che, quando un blogger racconta il proprio viaggio, ha in mente un interlocutore ben preciso: giovani backpackers, famiglie con bambini, donne sole, amanti delle crociere, fanatici di vacanze ‘spiaggia e discoteca’, appassionati dei weekend fuori porta…
Infatti, anche noi abbiamo scelto i nostri lettori, sperando naturalmente che anche loro scelgano noi 😉 . E naturale è venuto indirizzarci verso chi ci assomiglia, verso persone a cui avremmo potuto raccontare le nostre esperienze reali.
Durante un viaggio, anche breve, sono infiniti gli input di ogni tipo. Visivi, come le immagini di un paesaggio, che sia rurale o urbano. Umani, attraverso gli incontri che continuamente si fanno, a volte fuggevoli, a volte grazie a interminabili conversazioni in cui si scambiano notizie sulle reciproche vite. Ma anche tecnici, quando acquisiamo come è meglio pagare nella moneta locale, o se è preferibile utilizzare i mezzi pubblici o chliamare un taxi (e quale taxi), o i mille altri tricks che abbiamo scoperto e pensiamo siano utili per un amico che seguirà lo stesso itinerario. E naturalmente politici, perché quando visitiamo un altro paese, o anche una regione italiana, la nostra mente è sempre alla ricerca della verità sulla società, sulla condizione degli abitanti, sulle disuguaglianze, sulle loro difficoltà e conquiste, sulle diverse libertà comparate alle nostre.
Quindi, quando abbiamo pensato a un nostro pubblico ideale, lo abbiamo individuato in persone simili a noi, che, pur avendo abbandonato viaggi estremamente avventurosi, non vogliono vacanze interamente (ed esternamente) organizzate, crociere sui condomini galleggianti, proposte di agenzia ‘senza imprevisti’ (che orrore desiderare di non avere imprevisti nella vita…).
Abbiamo pensato a persone curiose, che hanno voglia di viaggiare per divertirsi ma anche per approfondire e conoscere, sempre nel rispetto di chi ci accoglie e apre la sua casa, in una prospettiva di turismo sostenibile.
Abbiamo coinvolto in questa avventura amiche e amici viaggiatori, nell’intento di creare una sorta di social network in cui il lettore può trasformarsi in narratore, dove condividere, con testi, immagini e informazioni, le proprie esperienze dirette.