La lunghezza focale della lente che decidete di usare per una ripresa influenza e determina notevolmente il senso stesso dell’immagine.
Le riflessioni che seguono, relative alla scelta della giusta lunghezza focale, sono universali e non importa che apparecchiatura state usando. Sono concetti base sia che usiate la più professionale delle fotocamere, sia se scattiate con il vostro smartphone.
Cercherò di evitare di citare i numeri che determinano le varie lenti, ma piuttosto vorrei darvi opzioni di base che sarete voi a tradurre nella focale che avrete a disposizione. Per semplicità dividiamo le varie lunghezze focali in tre grandi categorie: I GRANDANGOLI, I NORMALI e I TELEOBBIETTIVI.
I Grandangoli permettono di abbracciare l’inquadratura in un ampio angolo di campo. La loro applicazione principale è universalmente la fotografia di paesaggio specialmente quando vogliamo descrivere un panorama avvolgente. Il mio consiglio è, in questo caso, di avere un soggetto forte in primo piano per dare ancora più personalità alla composizione. L’immagine avrà un sapore colto e autoriale, ma attenzione alla precisione in ripresa. Curate molto la posizione di ripresa per evitare fastidiose deformazioni prospettiche e linee cadenti. Nel ritratto il grandangolo aumenta la drammaticità della scena ed è particolarmente indicato quando si vuole dare importanza alla fisionomia in relazione con l’ambiente. Quanto più la lunghezza focale è corta, maggiore sarà la profondità di campo, anche senza diaframmare eccessivamente.
I Normali restituiscono normalmente una visione non esasperata delle prospettive e delle distanze. Questa caratteristica conferisce all’immagine credibilità e auterevolezza. Questo equilibrio descrive senza interpretare e conferisce grande eleganza sia nei paesaggi sia nel ritratto. Il viso viene raccontato con garbo senza deformazioni, ma anche senza correzioni prospettiche. L’eventuale sfocatura è dolce e naturale senza strappi.
I Teleobbiettivi, per contro, restringono drasticamente il campo di ripresa mettendo in evidenza un taglio sofisticato con una prospettiva molto scenografica: i piani tendono ad avvicinarsi dando una sensazione pressante e coinvolgente. Il soggetto si svela come se fosse stato scoperto con una sensazione di intima verità, aumentando il senso di unicità dell’immagine cogliendo l’attimo e valorizzando la scelta autorale. La sfocatura è piacevolmente marcata, specialmente con i diaframmi più aperti. La messa a fuoco accuratissima e la massima nitidezza sono fondamentali. Attenzione al mosso, però, che con le lunghe focali è sempre in agguato. Usate tempi molto veloci anche a costo di aumentare notevolmente la sensibilità.