CAMPUS: La temperatura del colore

I nostri occhi sono dei meravigliosi fantastici IMBROGLIONI. Sì, avete capito bene il nostro sguardo è filtrato e influenzato dalle nostre esperienze, dal nostro cervello. Guardando una scena siamo portati a pensare che la luce sia sempre bianca e “pulita” e i contrasti sempre leggibili in tutta la gamma, dall’estremo chiarore allo scuro più intenso.

Non è così per la fotografia. La riproduzione dei colori e l’influenza della dominante sono date principalmente dalla temperatura del colore che si può misurare in gradi Kelvin. Ad esempio, la temperatura della luce diurna (daylight) è di 5.500°K mentre quella di una lampadina al filamento di tungsteno è di 3.200 °K.

Le luci calde dell’alba e del tramonto sono intorno intorno ai 2.800°K. nelle zone illuminate dal sole e, al contrario, sono molto fredde nelle zone d’ombra, arrivando anche a 11.000 °K.

La macchina fotografica non ha esperienze e non può filtrare tutto attraverso il cervello. Però può avere, nel caso delle digitali, degli algoritmi, dei software, che implementano queste ed altre conoscenze.

Torniamo per un attimo all’occhio “imbroglione”. Si è detto che se guardiamo una scena illuminata da una luce calda il vostro sguardo fltra questa luce carica di dominanti giallo-rosse fino a farci apparire la gamma dei colori visibili puliti. Se però all’interno della scena c’è un termine di paragone opposto, per esempio una seconda luce con diversa temperatura colore, ecco che il nostro sguardo viene costretto a descriverci le due luci come diverse tra loro e portatrici di differenti dominante colore.

Un esempio ci aiuta a chiarire meglio il concetto. Siamo all’imbrunire di una limpida giornata; il sole è calato e stiamo osservando una casa di campagna illuminata dall’interno dalla luce di una lampadina. Tutto il paesaggio risulta intensamente blu ma l’interno della casa ha una luce caldissima, ricca di giallo. Proviamo ad aspettare qualche minuto e la luce dell’imbrunire lascia spazio al nero della notte. La stessa stanza illuminata dalla fioca lampadina ci apparirà ora illuminata normalmente, non più così smaccatamente gialla. Conclusione: l’occhio percepisce la differenza solo in presenza di fonti luminose con opposte temperature colore.

Abbiamo detto però che le fotocamere digitali hanno normalmente degli algoritmi che possono regolare la ripresa tenendo conto delle diverse temperature colore.  Esiste sempre la funzione AWB (automatic white balance) che rileva automaticamente la media delle temperature colore presenti nella scena. Nelle migliori fotocamere il range coperto è tra i 2.800°K e i 10.000°K.

Se si desidera maggiore precisione si consiglia di usare la funzione “white balance personalizzato”. Consiste nell’inquadrare una superfice sicuramente bianca, scattare una foto, e seguire la procedura di individuazione della corretta filtratura per ottenere la migliore resa cromatica possibile.

Infine due raccomandazioni. Tenete sempre conto che i limiti possono diventare preziose opportunità: per la fotografia creativa le dominanti sono impagabili spunti. Secondo, scattando in Raw con gli apparecchi che lo consentono, potrete applicare la più consona delle filtrature in fase di editing.